E uno degli chef di punta di un territorio iscritto alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, dal 22 giugno 2014. E cambiato qualcosa da quel giorno? Teoricamente no, chi ha sempre lavorato in quelle zone e lo ha fatto con coscienza ha fatto si che questo territorio diventasse patrimonio dell’Unesco. Faccio quello che facevo prima, forse con piu attenzione perche capisco che chi viene in Langa, oltre che per il solito passaparola, dopo la nomina in questione si aspetta qualcosa di piu. Il piatto di Ugo Alciati, qual e?n questo momento non potrebbe essere che il gelato, il Fiordilatte dei pascoli dell’Alta valle di Stura, parliamo di un latte che nasce tra gli 800 e i 1500 metri, negli alpeggi. E un qualcosa che sento mio, su cui ho lavorato tanto, nonostante sia molto semplice. Proprio questa sua semplicita richiede un lavoro ben fatto, certosino e per fortuna i riconoscimenti stanno iniziando ad arrivare. Qual e l’ingrediente che non manchera mai nella sua cucina? Un solo ingrediente non basta per comporre un percorso gustativo, forse il piu duttile, malleabile e affascinante e la farina. E uno degli Chef Ambassador di Expo: si e parlato tanto della sua idea anti spreco. Ci racconti qualcosa? La mia idea anti spreco e un’idea di famiglia che aveva gia mio papa nel 1961 quando apri il suo ristorante: mio padre non si rispecchiava nell’idea di ristorazione dell’epoca, voleva dare maggiore attenzione al cliente e per fare cio occorreva mettere dei paletti, la prenotazione obbligatoria e il menu fisso. Un limite era il reperimento delle materie prime, che dovevano essere eccellenti e seppur sempre abbondanti all’epoca, a scarseggiare erano i produttori e i trasporti non erano cosi semplici da gestire come oggi. Una simile scelta fatta negli anni ’60, a Castiglione d’Asti, sembro ai piu un suicidio ma con la perseveranza, allafine, riusci ad avere la meglio, abituando ed educando lo stesso cliente ad un modo nuovo di approcciarsi alla cucina. Oggi si cerca di accontentare il cliente con delle proposte infinite di piatti in carta, senza magari andare a fargli capire perche un piatto non puo averlo.Sono anni che brilla la stella Michelin accanto al suo nome. Come cambia la cucina di uno chef dopo un simile riconoscimento?Non dovrebbe cambiare solo in funzione della Stella Michelin ma sarebbe utopia pensarlo. Diciamo che quando uno chef ottiene la stella Michelin in realta ne meriterebbe una e un pezzetto in piu per tutto il duro lavoro svolto negli anni di avvicinamento alla Stella. Una volta conquistata devi poi mantenerla, anno dopo anno e come in tutte le cose l’appetito vien mangiando e la seconda Stella sara sempre il sogno di tutti gli chef. Il suo ristorante nasce nella Villa Reale della Tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba, in piena Langa. Ci consiglia un buon vino in abbinamento ad un suo piatto? La mia scelta non potrebbe ricadere che su un buon bicchiere di Barolo, in abbinamento ad un piatto di agnolotti.
Indirizzo
Indirizzo:
Guido Ristorante Tenuta di Fontanafredda
GPS:
44.638246, 7.98534399999994
Telefono:
Email:
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Web:
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